Quando non sai che cosa fare.

gennaio 29, 2015


 Ci sono persone che da quando sono nate sanno di preciso che cosa vogliono dalla vita. Sanno in quale università andranno, quale mestiere scelgono e dove lavoreranno.
   Ci sono anche tante persone che non sanno mai che cosa vogliono e dove vanno. Hanno difficoltà a rispondere che cosa vogliono fare tra un anno, vivono di giorno in giorno, spesso hanno la laurea in una materia ma lavorano in un settore completamente diverso.
    Tutti e due i casi non sono positivi o negativi. Siamo tutti diversi. Tutto dipende da noi, il nostro carattere, la situazione famigliare, le circostanze varie, etc.
    Dicevo sempre che avere obbiettivi è fondamentale per andare avanti e costruire il futuro. Era tutto chiaro. Volevo fare una cosa precisa... finché non sono cambiata io, la mia vita, i miei valori e tutto ciò attorno. Serviva un nuovo piano d'azione, un nuovo obbiettivo.
   Sono passati 6 anni durante i quali ho provato tante attività, conosciuto tante persone e cambiato tante volte obbiettivi. Sembrava che non riuscissi a trovare la strada giusta. Ho scritto tante pagine, ho fatto tanti brainstorming ma non sono riuscita a rispondere di preciso alla domanda “che cosa farò tra 5 anni”.
Ho fatto qualche colloquio con HR managers dove ho ricevuto la stessa domanda e ho cercato di rispondere in maniera onesta ma alla fine erano parole generali, che rispecchiano solo il modo secondo il quale vorrei crescere ma non dove voglio arrivare. Questi pensieri non mi lasciavano mai finché ...
… Mi è capitato un articolo che ha cambiato il mio punto di vista. L'articolo era dedicato all'uva e al suo modo di crescere. Poi ho visto questo video in youtube e sono rimasta stupita!


   

 Avete visto come cresce l'uva? La vite mano mano che cresce fa diversi giri intorno alla rete poi circonda altri tralci d'uva dopo di che di nuovo torna alla rete. In questo modo sta fissando in modo sicuro e con eleganza l'intera struttura. Ho cominciato a studiare la traiettoria percorsa da ogni singola vite. Ciascuna traiettoria era unica e sembrava molto significativa. La vite non sa dove andare, sta girando intorno, descrivendo una spirale attorno al proprio asse fino a quando non incontra l'ostacolo. Dopo di che comincia a girare intorno a lui facendo un paio di giri. Poi lascia il bastone alla ricerca di un nuovo posto dove aggrapparsi. Alla fine crea una rete molto bella e durevole. Sembra che l'intera struttura sia stata pianificata in anticipo ma non è cosi. La vite non sa il modello finale che sta per formare, non sa nulla del possibile risultato del proprio percorso. Ha solo la voglia di vivere e il movimento di una spirale.
Quello che ho visto nel movimento con cui cresce l'uva mi ricorda il modo in cui vivono le persone. Ci sono persone che trovano rapidamente un sopporto ed iniziano a girare esclusivamente intorno a lui, altre persone invece si spostano da un supporto ad un altro per poi collegarli insieme.
      Il mio percorso mi ricorda quello di una vite che collega tanti bastoni a volte molto diversi tra di loro per poi creare un disegno molto interessante che diventa sempre più chiaro e strutturato. Ma il disegno finale ancora non è possibile scoprire.

P.S. Nel prossimo post vi presenterò qualche consiglio su come reagire durante la “fase di ricerca”, ovvero mentre la vite gira alla ricerca del bastone.


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